Mercoledì 8 gennaio, le classi 4AS, 4BS e 3AC/3BCT, hanno avuto il piacere di rincontrare un ex alunno e compagno dell’IIS “Catullo”, l’alunno Yuma Soppelsa, diciannovenne di Belluno, che su invito della docente di spagnolo Sara Piazza, è venuto a raccontare agli studenti un’esperienza significativa vissuta in prima persona questa estate, a conclusione del suo percorso di studi: il Cammino di Santiago.
In una lezione di spagnolo dello scorso anno, quando Yuma frequentava la classe 5AS dell’indirizzo socio-sanitario, si era parlato di questo pellegrinaggio, che ha evidentemente destato curiosità e interesse in lui, tanto da iniziare ad informarsi di più su questo viaggio particolare e a raccogliere informazioni tra qualche bellunese che in passato ha fatto il Cammino. Una volta conseguito il diploma, Yuma ha deciso di intraprendere questa avventura, quasi per sancire la sua maturità e il passaggio anche simbolico a una nuova vita che lo attende. L’idea iniziale era di compierlo in compagnia di un amico, che tuttavia, per motivi lavorativi ha dovuto rinunciare; ma Yuma non si è scoraggiato e ha deciso di partire ugualmente. “Col senno di poi è stata la cosa migliore” – ha spiegato ai ragazzi – “perché così mi sono aperto di più a conoscere nuove persone, che hanno arricchito il mio percorso e ho capito che tutta la spinta e il coraggio per proseguire avrei dovuto trovarli in me stesso, nella mia auto-motivazione”. Riuscendo a scovare un volo per Santander, in Cantabria, incredibilmente economico per il mese di agosto, Yuma decide che sarà quella la sua città di partenza. Da lì dovrà compiere circa 570 kilometri per arrivare alla meta finale del Cammino, la città di Santiago di Compostela. Gli itinerari possibili sono diversi; lui sceglie prima il Cammino del Nord e poi il Cammino Primitivo, che attraversa le Asturie e quindi le province galiziane di Lugo e La Coruña; si fregia del nome Primitivo perché ripercorre l’itinerario seguito nell’anno 829 dal re
Alfonso II il Casto, in quello che fu il primo pellegrinaggio giacobeo della storia.
“Il primo giorno ricordo che ero assalito da dubbi e timori” – confida Yuma – “in più calcolai male l’itinerario e percorsi 40 kilometri in una sola giornata, arrivando stremato alla conclusione della prima tappa. I giorni a seguire conobbi un gruppo di ragazzi che provenivano da Grecia, Canada, Germania, Kazakistan e Inghilterra. Tutti viaggiavano da soli e si erano uniti lungo il Cammino, condividendone una parte. Mi separai a malincuore dal gruppo quando scelsi di affrontare il Cammino Primitivo, mentre loro avrebbero proseguito lungo la costa. Ma l’emozione di ritrovarli quando ero quasi a Santiago di Compostela fu indescrivibile, direi quasi miracolosa e così inaspettata da farmi scendere anche le lacrime”.
Gli stati d’animo si intensificano in questo viaggio in cui ci si immerge in paesaggi naturali meravigliosi che favoriscono il contatto con sé stessi e con gli altri. Ognuno ha un motivo diverso che lo spinge a compiere questo viaggio; a volte tra pellegrini ci si confida questa motivazione, altre volte no, perché è troppo personale: tutti però condividono la stessa meta e il desiderio di spingersi oltre, sfidando a volte i propri limiti fisici e mentali, rompendo ogni barriera, anche linguistica. Yuma racconta la timidezza iniziale nel parlare lo spagnolo, pur avendolo studiato tanti anni; ma a un certo punto si “sblocca” e mette a frutto quanto appreso e allora la lingua diventa la chiave per entrare davvero in contatto e in empatia con la comunità ospitante, che parla quella lingua e si sente ugualmente grata e “vicina” allo straniero che decide di impiegare lo stesso codice comunicativo. Lo scambio risulta allora proficuo e soddisfacente per entrambi e diventa interculturale.
Yuma sottolinea così al suo giovane pubblico l’importanza di imparare una lingua straniera, per l’opportunità preziosa che offre di superare limiti linguistici e culturali, facendoci diventare parte di nuovi gruppi e comunità
etniche con cui ci relazioniamo e permettendo di addentrandoci nel profondo delle relazioni umane.
Scorrono sulla Lim alcune foto che immortalano momenti di gioia condivisi con qualche pellegrino o in solitaria, per esempio all’ora del tramonto davanti all’Oceano a Finisterre, un luogo che si può decidere di raggiungere dopo essere arrivati a Santiago e che viene considerato il tratto conclusivo del cammino, anticamente conosciuto e ammirato per essere considerato il punto che sanciva la fine del mondo conosciuto. Yuma ci mostra una foto in cui spalanca le braccia verso il mare di Finisterre e con gli occhi che ancora brillano di emozione si rivolge agli studenti, suoi coetanei, ponendo loro questa domanda: “avete mai fatto qualcosa di così folle da aver cambiato rotta alla vostra vita dandole una direzione nuova o del tutto inaspettata?” Così tutti si interrogano silenziosi e sorpresi, cercando una risposta.
Da parte di alunni e docenti, ringraziamo davvero Yuma per aver voluto condividere con noi questo tratto di vita; è bello vedere come la scuola prepari anche a questo, ad affacciarsi al mondo.
Sara Piazza – addetto stampa IS Catullo – sarapiazza@istitutocatullo.edu.it
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